lunedì 25 aprile 2022

Il palazzo vescovile di Imola: ottocento anni di storia, architettura e cultura

Visitando il centro storico della città di Imola, in Piazza del Duomo, ci si imbatte nel Palazzo Vescovile, residenza del vescovo della città e museo. 


(La facciata esterna del palazzo vescovile di Imola)


La costruzione dell'edificio iniziò nel 1187. In totale, per arrivare alla forma attuale del palazzo, servirono circa 650 anni di lavori. I primi lavori di recupero e ampliamento dell'edificio medievale iniziarono nel 1452 e ripresero nel 1511, dopo che le truppe di Cesare Borgia lo assediarono durante la loro occupazione di Imola, nel dicembre del 1499.

Le modifiche più importanti all'edificio iniziarono a partire dal Settecento con l'architetto Cosimo Morelli

Furono aggiunti l’ala nord-ovest verso il giardino e l’ala “dalla banda della Rocca” a sud. Venne poi edificata anche un'ala a sud-ovest, per ospitare i visitatori illustri, secondo la volontà del vescovo Giovanni Stefano Donghi

Negli anni successivi vennero aggiunte tele raffiguranti soggetti sacri nelle sale principali e damaschi rossi abbinati a importanti arredi, attualmente ancora presenti nel palazzo.

 

(L'intero complesso del palazzo vescovile visto dall'alto)

Successivamente, il cardinale Gian Carlo Bandi fece aggiungere un atrio e il monumentale salone d’onore. 

La galleria annessa all’anticamera dell’appartamento nobile fu fatta affrescare dal vescovo di Imola Barnaba Chiaramonti, futuro papa Pio VII mentre un altro futuro papa,  il vescovo Giovanni Maria Mastai Ferretti (Pio IX) decise di restaurare l’intero edificio, rinnovando le tappezzerie in damasco e, nel 1845, fece rifare l'intera facciata che prese la forma attuale. La facciata, lunga 73 metri, presenta due portoni d’accesso e quattordici finestre, posizionate simmetricamente. 

La cappella privata del vescovo è stata invece progettata dall'architetto Giovanni Rambaldi.

All’interno del palazzo si trova un giardino, al cui centro si trova un obelisco, la cui provenienza è attualmente sconosciuta.

(Interno del giardino del palazzo vescovile)

Da oltre otto secoli, il palazzo vescovile ha lo scopo di fungere da sede del vescovo di Imola e della sua curia, ma oggi ha anche funzione museale: al suo interno si trovano il Museo Diocesano e il Museo delle Carrozze oltre all’Archivio Diocesano. Durante la Seconda guerra mondiale il palazzo fu utilizzato anche come rifugio antiaereo per i cittadini, che trovavano ricovero nelle sue cantine durante i bombardamenti.


Papa Pio IX 



Trai diversi vescovi di Imola divenuti papi ricordiamo Papa Pio IX, perché è a lui che si deve l'attuale forma del palazzo vescovile. Egli nacque il 13 maggio 1792 a Senigallia con il nome di Giovanni Maria Mastai Ferretti. E'
 conosciuto come il pontefice del non expedit, che, in seguito all'unità d'Italia e alla breccia di Porta Pia, portò al divieto della partecipazione alle elezioni politiche italiane e successivamente alla vita politica nazionale italiana per tutti i cattolici. Il suo pontificato fu il più lungo a seguire quello di san Pietro Apostolo. 

Papa Pio IX, prima di essere nominato pontefice, fu vescovo della Diocesi di Imola, nominato tale da Papa Gregorio XVI e rimase nella città fino al 1846. 


Al museo diocesano di Imola sono esposti vari cimeli legati a lui, tra cui calici, rosari e pianete, un grande rosario in madreperla donato alla statua della Madonna del Rosario, della chiesa di San Domenico. 

Cincinnato Baruzzi realizzò un busto diocesano del pontefice, che possiamo trovare nel museo diocesano.


ricerca a cura di Ilaria Sergi

classe 2^C-AFM

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