giovedì 28 aprile 2022

Le case medioevali di Imola: casa Rambaldi e casa Della Volpe

Imola è una città ricca di edifici medievali che hanno conservato in buona parte il loro aspetto originario. Tra queste troviamo Casa Della Volpe e Casa Rambaldi che, almeno esternamente, non hanno di molto mutato il loro aspetto nei secoli.


Casa Della Volpe

Questa casa fu costruita dalla famiglia della Volpe alla metà del ‘400. In questa antica dimora, nel 1474, nacque il famoso capitano della milizia della Repubblica di Venezia: Taddeo della Volpe. 

Tra il 1518 ed il 1820 l'edificio fu sede del Sacro Monte di Pietà


(La facciata esterna di Casa della Volpe, in via Don Bughetti n.1)

La casa è un esempio di architettura civile di carattere patrizio. La mole massiccia e la caratteristica parte superiore, dove sono presenti degli archi a mensola, la fa apparire come una “casa fortificata”.


La famiglia Gabetti acquistò la casa nell’Ottocento e nel 1902 la donò all'ordine delle Ancelle del Sacro Cuore. In quell'occasione l’abitazione fu ristrutturata e fu aggiunta una piccola cappella privata e una scala nel corpo centrale dell'edificio. Nel 1989 fu poi venduta a privati e non è aperta al pubblico.


(La targa commemorativa posta sulla casa)

Taddeo Della Volpe 

Taddeo Della Volpe, nato ad Imola nel 1474, è stato uno dei capitani di ventura nel XVI secolo. Si distinse per il suo coraggio e audacia. Viene ricordato principalmente per aver comandato le truppe della  Repubblica di Venezia durante la guerra contro i turchi. Fu anche a servizio di Cesare Borgia e di Papa Giulio II. Un monumento funebre in suo onore è situato a Venezia, nella chiesa di Santa Marina, dove morì nel 1534. 


Casa Rambaldi

Tra le antiche dimore imolesi, si nota sulla via Emilia Casa Rambaldi. La casa è di originale impianto trecentesco, ma fu rimodernata nel Quattrocento. Sulla parte superiore della facciata dell'edificio si sono conservati degli affreschi quattrocenteschi.

La famiglia di Benvenuto Rambaldi, famoso commentatore dantesco, è stata la proprietaria della residenza.

Attualmente l’edificio non è visitabile siccome è di proprietà privata.

(Facciata esterna di Casa Rambaldi sulla via Emilia)


Benvenuto Rambaldi

Rambaldi nacque ad Imola, probabilmente nel terzo decennio del 1300, ma nessuno ha individuato esattamente l’anno. Secondo fonti Imolesi e bolognesi, il padre Boncompagno svolgeva l’attività di notaio a Imola, professione radicata in famiglia, infatti  anche due fratelli del padre e il figlio Anchibene furono notai. Non si conosce né il nome né il casato della madre, alcuni ipotizzano fosse la sorella di Pietro Passeri o Passerini. Non siamo sicuri neanche del suo cognome, infatti viene quasi sempre citato come Benvenuto da Imola e in pochi casi viene aggiunto “de Rambaldis” o “Rambaldi”. Molto probabilmente  il cognome Rambaldi è stato assegnato a lui e alla sua discendenza dopo la morte, per rendere nobile il suo casato borghese.

Benvenuto fu istruito dal padre, che aveva anche una scuola di diritto nella sua città e sembra abbia studiato anche a Bologna.

Conclusi gli studi, acquistò fama come storico, lettore e commentatore di autori antichi tra cui: Valerio Massimo, Livio, Eutropio e Sallustio.

Tra il 1361 e il 1362 fu a servizio di Gomez Albornoz governatore della città di Bologna. Benvenuto gli dedicò il Romuleon (1361-1364), un’opera sulla storia romana dalla distruzione di Troia fino a Diocleziano in dieci libri. Non era molto originale come opera storiografica, ma metteva in mostra le sue vaste letture storiche. Il Romuleon ebbe tuttavia un grande successo e fu tradotto anche in francese.


(Targa commemorativa di Benvenuto Rambaldi)

Sembra che nel periodo febbraio-marzo del 1364 abbia incontrato Petrarca in visita a Bologna presso il legato papale o forse lo abbia incontrato proprio ad Imola, quando Petrarca si fermò di passaggio per andare nel Casentino.

Il 20 marzo 1365 fu inviato, su incarico del Consiglio degli Anziani, ad Avignone per richiedere l’aiuto di Urbano V contro Azzo e Bertrando degli Alidosi, ma la sua missione fallì, infatti gli Alidosi presero il potere ad Imola e Benvenuto scappò dalla città. Fu costretto a trasferirsi a Bologna insieme alla moglie Isabetta, dove vi rimase per  per 10 anni  ad insegnare gli autori latini classici e moderni. In questo periodo contribuì alla rinascita culturale della città assieme a Pietro da Moglio e Coluccio Salutati. In questi anni iniziò con le prime letture di Dante nella scuola privata in cui insegnava da cui nacque la sua opera più importante: il "Comentum super Dantem" che fu uno dei commenti più rilevanti del XIV secolo, era scritto in latino, quindi non ebbe successo popolare, anche se non fu scritto in un latino classico, ma in latino medievale e scolastico, con espressioni anche volgari  quindi lontano dalla raffinatezza di altri autori, però, proprio per questo era più vicino al linguaggio dantesco.

Negli anni successivi si trasferì a Ferrara presso Nicolò II d’Este, qui riprese il suo lavoro di storiografo, in particolare compose una rassegna sugli imperatori da Giulio Cesare a Venceslao intitolata “Augustalis libellus”.

La sua morte viene datata tra il 1387 e agosto 1388 quasi sicuramente a Ferrara.


Lavoro di ricerca a cura di

Elisa Laghi

2^C-AFM


Nessun commento:

Posta un commento