giovedì 21 aprile 2022

L'opera lirica in convento? La strana storia del teatro "Ebe Stignani" di Imola

Il teatro comunale Ebe Stignani è il teatro più importante di Imola. È intitolato alla cantante lirica Ebe Stignani ed ospita rassegne di prosa e di musica di livello nazionale. La curiosità è che questo teatro nasce in quella che, a partire dal XIV secolo, era la chiesa superiore del convento di S.Francesco e tale era rimasta fino al dominio napoleonico di Imola, quando i beni ecclesiastici vennero confiscati ed incamerati dallo Stato. Si decise quindi di trasformare quella struttura in un teatro lirico. 

L'agibilità massima della Sala Grande del Teatro Stignani è di 468 posti a sedere, suddivisi tra la platea, tre ordini di palchi e la galleria. Nel ridotto, che contiene 99 posti a sedere, è collocato un maxischermo che consente di seguire gli spettacoli.


(Facciata esterna del teatro, su via Giuseppe Verdi)


STORIA

Prima della costruzione del teatro attuale, le rappresentazioni teatrali erano allestite nel Teatro dei Cavalieri Associati. Questo teatro era sito in via Selice, era stato costruito dal celebre architetto Cosimo Morelli, dove ora sorge l'ex macello. Venne inaugurato nel 1782, ma pochi anni dopo, il 1 febbraio 1797, fu completamente distrutto da un incendio scoppiato durante l'invasione della città delle truppe francesi.


Si doveva quindi costruire un nuovo teatro. Nel 1810 il convento francescano di Imola era stato soppresso dal nuovo ordine repubblicano e  la chiesa superiore di San Francesco chiusa. Quest'ultima era sita all'interno di un edificio sulla via Emilia, l'immobile venne acquistato da alcuni cittadini imolesi, guidati da Andrea Costa, che decisero di ricavare, nella parte superiore dell'edificio, un luogo per gli spettacoli. Nel 1812 a lavori ultimati, l'edificio prese il nome di Teatro dei Signori associati, e venne dedicato alla dea romana Cerere.


(Prospetto posteriore del teatro dove è visibile l'abside dell'antica chiesa di S.Francesco)

Per sovvenzionare la fabbrica del teatro vennero venduti i palchi ai notabili cittadini, alle famiglie benestanti e alla municipalità. Il 4 agosto 1812 ebbe luogo l'inaugurazione con il dramma "I riti di Efeso" di Giuseppe Farinelli, in prima esecuzione assoluta. 


Nel 1815, con la fine del dominio napoleonico e il ritorno di Imola sotto lo Stato della Chiesa, il pontefice Pio VII decise la chiusura dell'impianto per incompatibilità con il fatto che era stato costruito su un preesistente edificio religioso. Durante i moti rivoluzionari, che si conclusero alla fine di marzo, il governo provvisorio decretò la riapertura del teatro.


Tra il 1832 ed il 1845 si affermò anche a Imola l'opera rossiniana con la messa in scena di alcuni lavori del compositore pesarese, tra cui "Il Barbiere di Siviglia", "La Cenerentola" e "Semiramide". 

Dal 1835 il pubblico si orientò verso un gusto romantico, con le opere di Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti. L'astro nascente di Giuseppe Verdi brillò anche a Imola con l' "Ernani" messo in scena nel 1845. Il 2 giugno 1846 i «Signori associati» decisero di vendere il teatro al Comune di Imola e dopo il Carnevale del 1852 il teatro chiuse per lavori di restauro sotto la supervisione dall'architetto Filippo Antolini.


Venne consolidata la volta della platea su progetto dell'ingegnere Antonio Cerchiari di Imola. Nel 1855 su progetto dell'architetto Luigi Ricciardelli di Bologna venne rifatto il vestibolo e modificata la facciata, con la realizzazione del portico per consolidare la struttura dell'edificio medievale. Il 26 dicembre 1855 il Teatro fu inaugurato con lo spettacolo di prosa della compagnia "Carlo Goldoni" diretta da Francesco Palladini. Dal1885 le opere liriche si alternarono a drammi, a melodrammi, a commedie, ma anche a spettacoli che prevedevano giochi di prestigio e danze acrobatiche, a balli e tombole.


Tra le opere liriche rappresentate nel teatro si ricordano nel 1903 la "Manon Lescaut" di Giacomo Puccini, l'anno successivo la "Carmen" di Georges Bizet, nel 1905 "Il Trovatore" di Verdi, nel 1910 "Lucia di Lammermoor" di Donizetti e la "Tosca" di Puccini, nel 1912 il "Werther" di Jules Massenet, l'anno seguente "La Bohème" di Puccini, nel 1922 il "Mefistofele" di Boito, nel 1929 la "Cavalleria rusticana" di Pietro Mascagni e nel maggio 1931 "Cyrano de Bergerac" di Edmond Rostand.


(Teatro Ebe Stignani - Sala interna)

Nel 2005 il teatro è stato chiuso per realizzate le opere di bonifica dall'amianto e il recupero dell'intero edificio, con un investimento di 12.000.000 euro. Il restauro ha interessato tutte le parti e gli ambienti che compongono il complesso del teatro: il corpo ottocentesco, la biglietteria, gli uffici, i camerini.

Ad oggi il teatro è attivo con una stagione di prosa e di concerti. Per info sugli spettacoli e il cartellone vi invitiamo a collegarvi al sito:

https://www.teatrostignani.it/


Lavoro di ricerca a cura di 

Riccardo Bracchetti

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